Svelarsi è un processo continuo: richiede la pazienza di scoprire uno strato dopo l'altro
Il bambino ha 100 linguaggi
gliene rubano 99
scuola e cultura operano
la scissione corpo-testa
facendo pensare senza corpo e
operare senza testa
mettendo in conflitto
il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l’immaginazione
il dentro e il fuori
-Andrea Canevaro-
Oggi, nonostante sia già un periodo particolarmente delicato, ho avuto una sorpresa inaspettata e ho schiacciato la macchina nel cancello automatico dei miei genitori… facendo saltare lo specchietto e rientrare la carrozzeria subito sopra la gomma, il tutto a sinistra!
La macchina mi serve tantissimo e subito ho capito che sarebbero stati giorni ancora più complicati.
Fino a qualche tempo fa le mie dita avrebbero iniziato a segnalarmi il disagio, cambiando colore. Il respiro sarebbe diventato corto.
Oggi no. Oggi ho scelto di vedere questo “problema” come un’ennesima sorpresa inattesa a cui rispondere con resilienza.
- Mi chiederà uscite economiche non previste
- Mi chiederà di essere pronta ad adattare i tempi che già erano tutti dovutamente “incastrati”
Ho scelto di non lamentarmi, 6 giorni fa. Di non farlo per 21 giorni consecutivi.
Da quando ho iniziato questo “gioco” ho scoperto che per evitare ogni lamentela devo osservare con presenza quale bisogno ciascuna lamentela nasconde.
Quindi cosa mi ha insegnato il “problema” di oggi?
- Quando scelgo di parlare e restare aperta alle persone, per ogni mia richiesta di aiuto, ricevo sostegno.
- Quando scelgo di ringraziare per le possibilità che comunque sono nella mia vita, allora vedo soluzioni.
- Quando scelgo di essere presente, scopro di essere perfettamente dotata di risorse e alimento la sensazione dell'importanza di vivere la vita autenticamente: sentire e riscoprire ogni giorno la bellezza di vivere allineata nella gravità, il presente. Del sentire sentito.
Cosa intendo con vivere allineata o sentire sentito?
Intendo imparare ad ascoltarsi profondamente. E farlo, partendo dal corpo.
Oggi la mia mente avrebbe potuto presentarmi panorami inquietanti! C'è anche da aggiungere che sono i giorni diciclo e, a 44 anni, posso dire che sono consapevole di quanta energia il mio corpo spenda in questi giorni per “espellere” le ultime cartucce e di come questo ha un impatto sul mio essere, creando sbalzi d’umore, energia fisica e mentale...
Non è successo.
Sono grata a me stessa per questo grande traguardo: oggi non mi sono lamentata; ho dichiarato che dovrò attingere ancor più profondamente alle mie risorse.
Come ho fatto?
Un processo lungo una vita, ma che ora divento sempre più capace più nel replicarlo a me stessa e spiegarlo agli altri!
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Lavoro nel campo dell’educazione da oltre 25 anni. Ho scelto sempre la via del corpo e dell’approccio sensoriale, ludico, con atteggiamento di curiosa ricerca. Per me educare è FACILITARE la persona nell’espressione della propria autenticità.
Cosa significa questo?
Quando scelsi di essere insegnante, scoprii di preferire il lavoro con i bambini con “esigenze speciali” o in età di scuola d’infanzia. In entrambe le situazioni, l’apprendimento doveva passare dall’esperienza corporea. In scuola primaria, già allora, si prediligeva un approccio frontale di “trasmissione dei saperi”.
Andando avanti, anche grazie ai 4 anni trascorsi al Centro Educativo Italo Svizzero (Ceis) di Rimini, quando iniziai la mia esperienza nella scuola Statale notai che entrai con entusiasmo per accorgermi, giorno dopo giorno, di una profonda sofferenza che emergeva in me. Tornavo a casa ed ero sfinita. I bambini mi offrivano continui spunti di crescita ed alimentavano la mia forza. Il sistema mi prosciugava.
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Arrivai al mondo dell’apprendimento somatico guidata dalla voglia di essere una persona presente a se stessa, per essere una persona migliore a scuola, ogni giorno, così da non riversare le mie "lacune personali" su giovani vite.
Ero giovane, ma sentivo già il profondo valore al mestiere che avevo scelto!
Il primissimo approccio personale alla visione olistica della persona fu attraverso la riflessologia plantare: un amico di famiglia prima e Marilena, poi, toccarono i miei piedi in un modo che mi parlava.
Marilena, mamma di una mia ex alunna del Ceis, è dotata di un tocco davvero incredibile. Era come se si risvegliassero consapevolezze sconosciute che avevano senso e basta.
Contestualmente iniziarono le mie domande (ero e resto curiosa). Queste domande mi condussero a venire a conoscenza di parole quali Feldenkrais, Rolfing, tessuto connettivo... parole che, come quelle magiche usate da Aladino per entrare nella Caverna, mi hanno aperto al tesoro che cercavo: l'integrazione della persona nel campo di gravità.
Dal primo tocco del mio Rolfer, ebbi la sensazione di alleggerirmi: ripulivo me stessa da inutili sforzi e dispersioni e scoprivo il potere dell’incarnare ciò che ero, in un viaggio verso la mia unicità.
Stavo facendo rivivere o vivere per la prima volta parti di me stessa, coordinazioni, gesti e schemi motori che pensavo impossibili (per ereditarietà ero convinta che avrei dovuto convivere con "la cervicale", senza sapere che la cervicale l'avevamo tutti, quella curva di vertebre lungo la colonna che, sostanzialmente, forma il nostro collo!).
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Iniziò così un lungo percorso che tuttora mi accompagna.
La ricerca onesta del famoso “CHI SONO?”
Ho imparato a vedere, lungo questo percorso, le maschere/forme che indosso, quando me ne doto e per quali bisogni profondi.
Quali maschere/forme mi hanno sostenuta?
Quali maschere/forme mi sono servite per nascondermi?
Quali maschere/forme hanno ingannato me per prima?
Ho sentito, fatto esperienza che c’è una profonda connessione tra la mente e il corpo, sono un sistema di vasi comunicanti: partendo dal corpo (tangibile e concreto), possiamo insegnare alla mente lo stato di benessere e abbondanza.
Oggi, grazie a questa sorpresa inaspettata, ho sentito l’impulso di fluire con ancora più determinazione verso la mia missione.
E ciò che ho imparato di me stessa, grazie alla biochimica Dr. Ida P. Rolf e al fisico Dr. Moshé Feldenkrais, è che amo divulgare.
Adoro
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imparare ad essere una persona migliore, per me stessa e quindi per gli altri,
contribuire a seminare bellezza e senso di connessione,
trasmettere questo sapere sentito ad altri
In effetti lo vedo ora, ma era lì da sempre: il mio entusiasmo e la mia forza aumentano in modo esponenziale quando scopro qualcosa di potente, in grado di
aumentare lo sviluppo dello stato di benessere fisico e mentale dell'essere umano, a qualunque età, le sue prestazioni e il suo impatto positivo sul mondo.
Quando vivo un’esperienza simile, in prima persona, desidero immediatamente poterla condividere.
Perciò, 18 anni fa ho iniziato ad accompagnare le prime persone lungo il percorso delle 10 sedute di Integrazione Strutturale Rolfing e 5 anni fa ho scelto di lasciare la scuola: per vivere in linea con ciò che mi aiuta ad essere una persona migliore! E quando mi perdo, ritorno sempre al corpo! Ora semplicemente lo posso affermare!
Ritrovo alcune delle mie pagine di appunti di vita e scopro che mi è mancato il coraggio di licenziarmi per quasi 2 decadi… ma che il mio sé profondo lo aveva sempre saputo.
E ora cosa sento che mi manca?
Rispondo onestamente, qui. Sento di dover proseguire nello sviluppo del coraggio.
In particolare di affermare l’identità che sto scoprendo… ecco perché ho messo quest’azione: sono stata coraggiosa e ho parlato di cose, per me, intime (e vi confesso che il solo pensiero di spingere SALVA mi sta creando le alterazioni di circolazione alla punta della lingua e in alcune dita della mano… sinistra. E mentre proseguo e scrivo per ammettere a me e a te anche questo istante, sento che un sospiro si manifesta e tutto inizia a placarsi: ero in apnea)
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E concludo scrivendo questa affermazione: L'ANIMO, ATTRAVERSO LA MENTE SI INCARNA NEL CORPO e solo attraverso l’apprendimento che passa dal corpo (sentire sentito/apprendimento del fare)
Il bambino (interiore/pura consapevolezza) può riappropriarsi dei 100 linguaggi
riunendo corpo-testa
Tornando a pensare attraverso il corpo e
Scegliere di operare usando la mente
E, attraverso questa ri-unione, sperimenterà il potere di vivere una vita presente, di piena espressione, in cui
Il lavoro appassiona quanto il gioco
La fantasia/visione determina la realtà che vive
L’immaginazione ha un potere visibile e misurabile grazie alla ricerca ed evoluzione scientifica
Attraverso l’involucro, il fuori, la realtà esterna, si accede al dentro, la realtà interna, il nostro sé autentico e potente.