Genitori consapevoli
Cosa si intende con buona genitorialità da una prospettiva basata sul cervello?
- Essere sensibili ed emotivamente reattivi al bisogno di attenzione dei bambini.
- Confortare i bambini in modo efficace e coerente quando sono stressati (ciò che i medici chiamano co-regolazione dell'affetto).
- Essere un buon “primo compagno” quando i bambini imparano inizialmente a divertirsi e rimanere in contatto con le altre persone.
- Sapere quando lasciare che i bambini lottino e affrontino le sfide per costruire la propria resilienza.
- Proteggere i bambini dagli effetti dis-regolatori delle nostre emozioni negative utilizzando i nostri poteri di autoregolazione e gestione dello stress, essendo "l'adulto nella stanza".
Una buona genitorialità implica qualità che proteggono il cervello in via di sviluppo del bambino (riferito a fattori neuroprotettivi) e stimolano la crescita del cervello (fattori che favoriscono la crescita).
Tutti i bambini meritano il tipo di cure che promuovano lo sviluppo di un attaccamento sicuro e li mettano su una traiettoria verso la resilienza sociale ed emotiva. Troppi sono ormai i bambini che conoscono solo il tipo di sicurezza che arriva in modo intermittente e scompare con la disattenzione, la difesa, il disinteresse o la perdita di controllo del genitore.
Tratto da "Genitorialità basata sul cervello" di Daniel A. Hughes
Come aiutarsi, in qualità di genitori, a prevenire queste mancanze da parte di noi adulti? O come migliorare le nostra funzione e capacità genitoriale?
Diventando individui consapevoli dei nostri limiti, ma soprattutto coltivando le nostre risorse e potenzialità.
Scegliere di dedicarsi a percorsi di consapevolezza corporea, attraverso il movimento ed il tocco, grazie a discipline e metodi che incontrano il nostro modo di apprendere, ci aiuterà ad essere adulti presenti e attenti a noi stessi e, perciò, resilienti e pronti a rispondere alle sollecitazioni che la genitorialità continuamente richiede.
I bambini sono in continua evoluzione e, appena ci sembra di conoscerli, eccoli a fare il loro prossimo salto evolutivo.
Questo non può e non deve coglierci impreparati: dobbiamo imparare a lavorare su di noi, a conoscerci sempre meglio ed essere presenti a questo loro processo di crescita costante, curiosa e fisiologica!